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Ri-Apriamo le Porte

Ecco il testo, tratto dalla traccia segnata dalla istanza del comitato “Di Sana e Robusta Costituzione”, che invitiamo a sottoscrivere tutte le settimane.

 Oggetto: istanza di emendamento a regolamento per accesso visitatori ai reparti di degenza

Nell’interregno tra l’emergenza pandemia e l’emergenza guerra, le misure restrittive si apprestano a innestarsi cronicamente nella nuova normalità.

È così anche per quanto riguarda le visite dei parenti negli ospedali.

Le leggi non sono chiare, cambiano di volta in volta e contengono una serie di contraddizioni intrinseche, allo scopo di confondere letteralmente chi è chiamato ad applicarle. Le amministrazioni, nel dubbio, applicano in forma ancora più restrittiva quanto disposto dal dettato legislativo.

Negli ospedali della penisola, infatti, insistono regolamenti difformi che applicano diverse gradualità di limitazioni: ci sono strutture che interdicono totalmente le visite dei parenti anche di pazienti critici e/o terminali o che lasciano partorire le neo-mamme da sole; altre impongono limitazioni alle visite dei familiari sia sul versante del numero di visitatori ammessi, sia su quello del tipo di visitatori (sono ammessi solo familiari più stretti), sia sul tempo per la visita (massimo 10 minuti); altre strutture concedono visite più prolungate per pazienti critici e/o in fine-vita.

Al momento del ricovero, dunque, la persona è letteralmente sottratta agli affetti dei familiari e rinchiusa nella sua camera di degenza; queste limitazioni fanno sì che il paziente sia completamente spersonalizzato, come se privarlo della sua dimensione relazionale fosse un normale prezzo da pagare in cambio di terapie volte alla guarigione, in tempo di post emergenza covid.

Invece la presenza del parente al fianco della persona è una preziosa risorsa per le cure medico- infermieristiche. Numerosi dati della letteratura scientifica suggeriscono che la presenza di familiari e visitatori riduce in modo significativo le complicanze cardio-vascolari e gli indici ormonali di stress.

Se durante la fase acuta della pandemia, le limitazioni all’accesso dei familiari erano misure emergenziali e straordinarie, adesso, a fronte di un impianto legislativo contraddittorio e disumano, urge tornare ad applicare le norme morali e di buon senso, soprattutto in ospedale, dinanzi alla morte.

Non garantire un adeguato fine vita, quindi prospettare la morte in solitudine per chi non è provvisto di lasciapassare verde, equivale a compromettere la dignità degli esseri umani nonché i valori millenari di un popolo che affonda le sue radici nella cultura cristiana.

Tra la legge e la sua applicazione, fa la differenza il buon senso di chi è chiamato ad applicarla.

Ci appelliamo alle norme morali da sempre considerate “giuste”, per ottenere una pronta modifica del prossimo regolamento aziendale con il seguente emendamento: “Si fa presente la possibilità di derogare al suddetto regolamento”.

Certi della vostra sensibilità verso un’istanza umana e di buon senso, porgiamo distinti saluti.

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